Trecentosessantacinque giorni di APS Arrampicata Verona

Trecentosessantacinque giorni di APS Arrampicata Verona

I primi interventi di Arrampicata Verona sul territorio veronese risalgono a circa un anno fa.

Sentivamo il bisogno di trovare un modo “sistematico” per fare un minimo di manutenzione programmata sui duemilacentocinquanta monotiri (stime per difetto) presenti sul territorio veronese. L’asticella è chiaramente altissima e fuori portata per le forze di una associazione di promozione sociale basata sul volontariato dei soci.

Le competenze, l’autorevolezza e il tempo per tentare una minima programmazione sono quelle che sono. In associazione le teste da accordare sono tante ma su alcuni tasti suoniamo tutti all’unisono.

Siamo tutti mossi dall’idea che quando si richioda, lo si fa si cercando di far un lavoro che duri quanto più possibile nel tempo. Per questo preferiamo e consigliamo, a chiunque richiodi nel territorio veronese, tasselli 12mm inox e relative piastrine dello stesso materiale o resinati inox. Le catene di calata le scegliamo “premontate” e, se possibile, con moschettone. Sempre inox.

Il perché è relativamente semplice, oltre a cercare di far le cose allo stato dell’arte con l’intento di farle durare, stiamo cercando di prevenire un sicuro e futuro problema di “sovraffollamento” di vecchi/inadeguati fittoni nelle zone in cui diventa difficile trovare punti alternativi ma adeguati per posizionare la nuova protezione in sostituzione alla vecchia. Detta in parole molto semplici, le vie sono chiodate con una certa logica e spesso le protezioni sono messe nei punti corretti in virtù degli appigli ma anche della qualità della roccia. Ci si trova spesso nella situazione di dover far coabitare nella piccola porzione di roccia “buona”, il vecchio spit, l’inadatto che l’ha sostituito, e il nuovo inox.

Se il trend è questo a quarant’anni dalla nascita di alcuni itinerari… lascio a voi proseguire il ragionamento.

Siamo tutti abbastanza stanchi di interventi di facciata dove le richiodature sono meri cambi di piastrine o mix di materiali che non garantiscono omogeneità nella qualità delle protezioni lungo le vie – e di esempi se ne possono fare tanti, per questo motivo abbiamo cercato di “rivestire” in modo omogeneo, e quindi da capo a piedi quando è stato possibile, i tiri presi in considerazione. Abbiamo cercato di fare “gruppi” di vie, settori, che possano condividere la tipologia di protezione, avere una data e quindi un’età. Con il tempo, avrà sempre più valore conoscere lo stato delle protezioni che non il grado proposto dall’itinerario.

Con queste linee guida ci siamo mossi tra le tante pareti del nostro territorio che, come tutti noi, sentono e registrano il passare del tempo.

Riassumendo per “falesie”:

Cerna/Campore:

Intervento “radicale” con 20 vie richiodate (fix + piastrine + catena + moschettone). Lavoro compiuto al fianco di un corso di chiodatura inserito nel percorso di formazione delle Guide Alpine. Sono rimaste fuori dall’intervento 4 itinerari (i primi 4 a dx, guardando la parete).

Parete Dei Sogni/Garda:

È stato rimesso a nuovo e ampliato il settore “Parete dei sogni” a Garda. L’intervento di richiodatura e di miglioria delle vie esistenti è stato integrato dall’apertura di nuovi itinerari. Il parterre è stato ripulito e reso più accogliente, così come il sentiero di accesso.

Cà Verde:

Si sono aperte le danze con la sistemazione del settore “La Chiave” che ha visto un grosso intervento nel parterre e la richiodatura delle vie esistenti. Come spesso accade, la rivisitazione delle 20 vie del settore ha portato alla nascita di tre nuovi itinerari (al momento… ma work ancora in progress).

Sempre in Cà Verde, ha trovato nuova luce un vecchio settore quasi dimenticato. Il settore “Carta Vetro” vanta oggi 25 vie (tra richiodature e novità), tutte con inox 12mm e catena di calata con moschettone. Parterre e sentieri di accesso sistemati/reinventati per accedere al settore anche dal basso.

Infine, il settore “Bianca” conta ad oggi 4 richiodature e 3 nuove vie.

Ceredo:

Ceredo

Creazione di una piccola ferratina per rendere meno pericoloso l’accesso al settore “piedi di piombo”. Piccoli interventi sono stati fatti nel sostituire “fissi” dall’usura imbarazzante e maillon zincati arrugginiti che insistevano su materiale inox. Su alcuni tiri sono stati “bloccati” con resina alcuni appigli prossimi alla rottura. È in corso la sostituzione di 20 moschettoni di calata. Al momento 7 catene (i tiri più gettonati e quindi esposti ad usura) vedono già all’opera i nuovi arrivati da 40kN. Forte di questo sguardo critico sulle soste, sono stati “serrati” alcuni bulloni e riposizionate alcune calate da sempre “troppo alte”.

Tre Amici

Pulendo la canna di “Stella marina”

Il settore è stato rinnovato nelle quattordici catene di calata, ora tutte inox, premontate e con moschettone di calata. È stato completamente ripulito il parterre, la parete e il sentiero di accesso.

Ceraino:

Sipario delle ombre

È stato modificato e migliorato il sentierino e la prima parte della ferrata d’accesso. Resta ancora qualche “scalino” da aggiungere al tratto finale della ferratina, quella che porta al parterre del “Sipario” e la rivisitazione del cavo che “serve” al resto della falesia per poter dire “finito” il lavoro.

Sono state richiodate e recuperate tutte le vie che mancavano all’appello da un precedente intervento di qualche anno fa. Tra le 8 richiodature effettuate, ha trovato spazio anche un nuovo tiro.

Dedicata a Narcisa (Ceraino) è stata ripresa in mano dal suo chiodatore originario e i primi due tiri sono oggi rivisti e inox.

Cercate il Beppo…

Sei catene sono state affidate al gruppo che ruota attorno alla realtà della falesia di Soave.

Dieci moschettoni di calata sono stati affidati al gruppo che lavora e ruota attorno al “Tempio delle cimici”.

Piccoli lavori di disgaggio sono stati compiuti anche a Tessari.

Pensionati ai “Tre Amici”

Sicuramente manca qualcosa al novero delle azioni compiute, moschettoni di calata sono stati cambiati qui e là, dove ci è parso necessario, senza intaccare il materiale di Arrampicata Verona, con la sensibilità e le erogazioni liberali dei nostri soci.

Sul lato “sociale”, lontano dalle pareti, sono state prodotte, con il contributo degli sponsor – Oliunìd, WildClimb, Agorà Medical – 230 magliette. È stato messo in piedi un corso di scrittura con il focus incentrato sul “come narrare” il mondo verticale che tanto occupa il nostro tempo e i nostri pensieri.

Sono state strette convenzioni con “Agorà Medical” e presto saranno rese note le convenzioni con “Alpe Cimbra, Skiarea, Folgaria Lavarone”  e “Gardacqua, Wellness & SPA”. 

Infine, sono stati ricordati Andrea, Paola e Davide, i “Tre Amici”, scomparsi trent’anni fa sulle Grandes Jorasses, con una informale iniziativa ai piedi del settore di Ceredo che Beppo Zanini ha dedicato loro.

Non ci fermiamo, anzi, le nostre corde fisse sono ancora presenti in Cà Verde, Sengio Rosso e Ceredo.

La cura dei sentieri è sempre attiva e forte del supporto di nuovi soci abili e competenti con legno e picchetti.

Gradini pronti all’uso nella cantina di “Geppetto”.

Serve forse ricordare che siamo tutti “volontari”, volutamente, tutti senza un nome, perché l’associazione siamo noi soci e ognuno opera per le proprie capacità, facendo conto del proprio tempo libero e facendo leva sulla credibilità costruita nel tempo in questo ambito “verticale”.

Il ringraziamento va quindi a tutti voi, 155 soci, per aver permesso, ognuno a proprio modo, che tutto questo sia stato possibile in così poco tempo.


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