Cà Verde: settore Carta Vetro

Cà Verde: settore Carta Vetro

Abbiamo chiesto a Gianni Bettinazzi, testimone attento e partecipe dello sviluppo di Cà Verde, uno scritto per inserire questa falesia nella storia verticale di Verona.

Come spesso accade, la verità dei fatti viene seppellita dall’unica narrazione proposta alle masse da chi, per infiniti motivi, riesce a mettersi in “pole position” nel prendere parola. Fosse solo per non cadere nell’errore tipico dell’unica narrazione, ovvero quello di creare stereotipi incompleti – Ngozi Adichie docet – riporto fedelmente la mail in cui Gianni prova a riprende in mano i fili che hanno ordito e tramato “la Grola”.

Scrive Gianni:

«Trovo difficile scrivere dell’arrampicata alla Cà Verde. Ho cercato ripetutamente negli anni di interessare i principali apritori e chiodatori di vie senza mai ricevere vere adesioni se non un generico “ci troviamo”, ” ci dobbiamo vedere”, ecc…

Il mio intento era quello di creare una memoria  degli avvenimenti in modo che l’impegno profuso diventasse storia. Forse non sono stato convincente, dando probabilmente per scontato che non avrei ricevuto risposte. Al momento posso solo elencare una serie di ricordi personali. La base di riferimento rimane la mia introduzione alla guida del Beppo Zanini del 1998.

La frequentazione sistematica della falesia inizia nei primi anni 80. Segni di precedenti frequentazioni erano state trovate sul l’evidente pilastro ben visibile dalla strada al Passaggio di Napoleone. In particolare: un vecchio zaino in una nicchia posta a destra della ”via degli amici” che terminava sulla sommità . Ero presente al ritrovamento. Avevamo lasciato lo zaino nella nicchia, ma poi scomparve.  L’anno doveva essere il 1983/1984. Presenti con me: Emanuele Perolo e Luciano Corsi.

Avevo chiesto al Cai Verona e alla scuola Priarolo, in particolare ad Ezio Etrari, notizie su eventuali salite in zona ma senza ricevere precise indicazioni. Mi era stato riportato che una salita doveva essere stata fatta (dove?) da Giancarlo Biasin e soci. Tracce e vecchi chiodi, che io sappia, non ne abbiamo mai trovati. In ogni caso penso che se avessero piantato chiodi li avrebbero levati i secondi di cordata. La probabile prima via aperta, per lasciarla ai posteri, è la “Galvani”(settore La Chiave) dal nome di Sandro Galvani. l’anno? probabilmente tra il 1978 ed  il 1981. Sandro aveva  fatto un lavoro di disboscamento mostruoso liberando dalle edere tutto il settore che si trova scendendo il sentiero a destra. Aperta, dopo la pulizia, dal basso in scarponi piantando 2 chiodi ed utilizzando una clessidra su 30 metri. Adesso credo che abbia 12/13 fix.  Nei primi anni 80 Emanuele Perolo (Manu) apre vicino alla Galvani la via Relax a cui seguiranno altre vie tra cui” Linus”, “Palpiti” ed “etica dimenticata” (non so più dove si trova e non la vedo indicata sulla guida) e, intorno al 1984, “La Chiave”.

1984, oltre che essere il titolo di un libro di George Orwell, è l’ anno in cui iniziò l’apertura e la chiodatura delle vie in modo abbastanza sistematico. In quei primi anni si sceglievano vie su settori abbastanza scoperti dalla vegetazione. Si attrezzava  a “chiodi”, clessidre e nuts, i primi spit da 8 mm venivano piantati a mano ( 15/20 minuti a foro) le piastrine erano artigianali, non si usava la “moulinette”, le soste erano su alberi in cima alla via, da cui ci si calava in corda doppia oppure si tornava alle vie dal sentiero sommitale.

Eravamo insomma degli alpinisti.

Non esistevano sentieri di raccordo tra le varie vie ed i vari settori che si stavano aprendo, li dovevamo costruire . Un buon contributo all’ apertura dei sentieri venne fatto anche da soci del neo costituito GAV ( gruppo alpinistico valpolicella) poi diventato sezione CAI. lo stesso gruppo negli anni ci diede anche un contributo economico per l’attrezzatura delle vie. Contributo modesto ma significativo. Lo spirito di quegli  anni era di una profonda amicizia e condivisione di intenti tra gli alpinisti, arrampicatori ed escursionisti. Cosa rara. Un contributo notevole la diede anche la Cooperativa agricola otto marzo, che regalò negli anni un trapano a motore. Pesante, ingombrante ma efficace, 

Nel 1984 inizia ad aprire vie Luigi Pinamonte (Gigi) che frequenta un corso di alpinismo nel 1983 ed inizia subito ad arrampicare. Personaggio schivo, tranquillo, dotato di una forte determinazione ed elevata capacità. Negli anni matura un curriculum impressionante di salite su roccia di elevata difficoltà, specialmente in Dolomiti. Non si limita a fare ripetizioni di vie ma anche all’ apertura di vie nuove dalla Val d’Ambiez(Brenta) alle Pale di San Martino. Nel frattempo apre e chioda la maggior parte delle vie nelle falesia della Grola e Marciaga. Non tralasciando di aprire salite sulle pareti della Valdadige (zona Brentino) a Castel Presina, Ceraino. Bisognerebbe fargli un monumento. 

Nella guida “Valpolicella” del 1998 sono 138 le vie relazionate: di quest, sicuramente un centinaio sono opera di Luigi (Gigi) Pinamonte.

Altri che hanno partecipato sono:  Emanuele Perolo, Icio Marchesini, Maurizio Tommasi, Zeno Zignoli, Paolo Etrappini, Moreno Oliboni, Oscar Caputo, Gianni Bettinazzi, Fabrizio Riganelli, Beppo Zanini….ed altri di cui al momento mi sfugge il nome».

Il settore Carta Vetro

Che altro aggiungere al racconto di Gianni?

Occorre forse dire che in seguito a un contributo ottenuto dal B.I.M. (Bacino Imbrifero Montano dell’Adige), l’associazione APS Arrampicata Verona ha scelto di supportare l’opera di ri-chiodatura del settore “Carta Vetro” iniziata da Maurizio Albertini & soci.

Sentiero, parterre e protezioni sono stati completamenti rivisti e ripuliti. Attualmente tutte le vie del settore sono attrezzate con fix 12MM Inox e catene con moschettone da 40KN. Il lavoro continua tutt’ora, ma per fotografare lo stato avanzamento lavori, vi proponiamo questo piccolo fascicolo che racconta qualcosa del settore e delle vie che nel tempo sono state tracciate e recentemente recuperate.

Scarica il fascicolo con la relazione del settore se navighi da telefono o tablet.


P.S

APS Arrampicata Verona può ricevere il Vostro 5X1000 indicando nella dichiarazione il codice fiscale 93299010236.


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