Maurizio Marogna: la prima via è sempre un sentiero

Maurizio Marogna: la prima via è sempre un sentiero.

Difficile trovare un punto di partenza per scrivere di Maurizio Marogna.

Maurizio è tante possibilità: “giornalista, insegnante, cavaliere della Repubblica, laureato in scienze motorie sportive e naturopatia, maestro di sci dal 1989, istruttore con più di mille immersioni nei più bei mari del mondo, esperto velista con abilitazione all’insegnamento della vela e appassionato di arrampicata” – cito direttamente dal sito di “Cierre edizioni”.

Certo, è sicuramente tutte queste possibilità professionali ma, soprattutto, Maurizio è “un uomo”.

Dopo due ore di fitto dialogo, mi rimane questa sensazione.

Si doveva parlare della serata del prossimo giovedì 16 marzo (ore 21.00 al King Rock di Verona) e siamo finiti a parlare di eternità, di azioni per cui vale la pena investire il proprio tempo, di messaggi da consegnare con fiducia al prossimo, del “perché” celato in ogni azione e del “gioco eterno” in cui siamo, come “esseri umani”, da sempre inseriti.

Siamo usciti fuori sentiero, verrebbe da sentenziare.

“Wer groß denkt muß groß irren” scrive Heidegger, eletto per l’occasione a giudice.

Già, “chi pensa in grande deve sbagliare in grande”. Sbagliare… sarebbe meglio dire: errare. Quindi, girovagare, esplorare, mettere il naso ovunque… mettersi nella possibilità di avere nelle mani quanti più strumenti possibili per esprimere al meglio quello che siamo. Solo così, da questi tentativi che sembrano percorrere solo vicoli senza via d’uscita, nascono le competenze necessarie e la consapevolezza di sé che permette di trovare il proprio sentiero. Non resta che tracciarlo, segnarlo e consegnarlo all’eternità.

Hai ragione Maurizio, se c’è un senso nel perdere tempo in qualcosa, questo, è solo nell’ottica della possibile eternità.

Ci parlerai di sentieri, di quelli che i climber vedono solo nel loro valore d’uso chiamandoli “avvicinamenti”. Ma sono pur sempre sentieri. Ce ne accorgiamo quando sbagliamo la traccia e ci ritroviamo a girovagare nel bosco maledicendo le scarse indicazioni ricevute prima di partire.

Senza spoilerare nulla di quello che andrai a dire, invito tutti sin da subito a tentare un parallelo tra il mondo dell’escursionismo e il mondo dell’arrampicata.

Le domande sono ancora quelle che hanno chiuso la nostra chiacchierata, riassumibili tutte sotto il cappello del: “come si può trasferire questo tuo modo di costruire nel mondo dell’arrampicata?”.

Parli spesso di fontane…

Caro Maurizio, sappi che sarò presente alla serata con una certa sete di risposte!

Andrea Tosi


Pubblicato

in

,

da